Roma, 30 novembre 2018
Per i bimbi poveri che vivono nelle aree urbane il rischio di morire, prima di aver compiuto i 5 anni di età, è più alto rispetto a chi abita in contesti rurali. Non solo: l’abbandono scolastico, prima di aver completato la scuola primaria, è un fenomeno più comune in città. È questo il quadro che emerge dal rapporto ‘Vantaggio o paradosso’ dell’Unicef. Si stima che fino a un miliardo di persone vivano negli slum, centinaia di milioni dei quali sono bambini. L’Africa e l’Asia si stanno urbanizzando rapidamente. Entro il 2030, sette delle dieci città più grandi saranno in Asia; la popolazione urbana dell’Africa è quella che cresce più velocemente, con un tasso annuale di crescita del 3,7%. Il rapporto rivela che “non tutti i bambini nelle aree urbane traggono beneficio dal cosiddetto ‘vantaggio di vivere in città’ con l’idea che stipendi maggiori, infrastrutture migliori e prossimità ai servizi garantiscano alle persone che vivono in città vite migliori. Al contrario, le disuguaglianze, l’esclusione e le sfide per il benessere, come rischi ambientali e per la salute, nelle città possono sfociare insieme in un ‘paradosso urbano’ in cui molti residenti, fra cui bambini, subiscano e soffrano maggiori privazioni gravi rispetto ai loro coetanei che vivono in aree rurali”. “Per i genitori che vivono in aree rurali, a prima vista, le ragioni per migrare verso le città sembrano ovvie: maggiore accesso al lavoro, all’assistenza sanitaria e a opportunità formative per i loro bambini”, ha dichiarato Laurence Chandy direttore dell’Unicef per dati, ricerca e politiche. “Ma non tutti i bambini che vivono in città ne stanno beneficiando in maniera eguale; abbiamo prove di milioni di bambini nelle aree urbane che vivono in condizioni peggiori rispetto ai loro coetanei nelle aree rurali”.
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